Weekend di traslocco e cinema per me, pigliatevi i commenti, mi sono fatto prendere la mano perché è lunedì e sono un po' sul rimba :)
Walking Tall mai e poi mai meriterebbe che se ne parli, è davvero cosa di bassa lega, ma ingeneroso sarebbe il negare che m'abbia divertito, ridevo di lui, non con lui, ma sempre divertimento era.
La realizzazione è più da telefilm che hollywoodiana, non fosse stato per i troppi abeti avrei pensato fosse ambientato nella contea di Hazzard.
Di scandalosa debolezza è il plot, The Rock torna a casa dopo aver fatto il macchina da guerra nelle truppe speciali e trova la sua ridente cittadina di 500 abitanti profondamente cambiata, la segheria o cartiera o quel che è che dava lavoro a tutto il paese è stata chiusa e ora tutta la città lavora nel casinò di fresca apertura, quel che sfugge è ad esempio da dove saltino fuori tutti i clienti del casino, visto che per andare al paesello occorre prendere il traghetto e che di gente non ce n'è tanta di per sé.
Il casinò è stato aperto da un compagno delle medie ossigenato di The Rock che sogna di diventare il Boss Hogg locale, e che giusto per essere un po' più brozzo oltre al gioco d'azzardo, da lui definito come una macchina per stampare i soldi, fa anche il drug lord, nella segheria ormai in disuso produce la "droga"(TM) (che droga poi, ma che cazzo di droga si potrà mai produre in un paesello sperduto che in confronto bodio è una metropoli e c'avrebbero la monteforno in cui produrre le tonnellate di "droga"(TM), com'è che per la biaschina ancora non corrono i suv e le ferrari dei drug lord locali) che viene poi spacciata dai suoi 5 (cinque) scagnozzi che fanno anche la sicurezza del casinò... probabilmente Spillo in piazza indipendeza gestisce un impero della droga più vasto.
Cmq a The Rock non gliene importa un bel nagot del fatto che ci siano gli spaccia, né è davvero shockkato quando scopre che la sua morosa del liceo fa la lap dancer, si incazza davvero di mina solo quando scopre che c'è un croupier che trucca i dadi e fa uno sfacielo, le prende di santa ragione dai securini/pusher locali, rischia di morire, ma in capo a tre giorni zoppica fuori dall'ospedale e in capo a cinque si mette a costruire una casa a mani nude.
Quando il suo nipote gangsta wannabe (hai voglia in sta specie di Faido del nordamerica, Ali G a Staines aveva qualche chance in più di poter fare il gangstismo) fa l'overdose della "droga"(TM) che all'occorrenza si fuma o si assume Dio solo sa come, ma si sa che la "droga"(TM) non perdona ed è un'autentica piaga sociale, lui si pizza di mina e visto che la polizia locale è corrotta e lazzarona (capirai, l'ultimo crimine commesso, prima dell'avvento dell'impero del male dell'ossigenato era probabilmente uncle Hank che di tanto in tanto andava a pescare con la dinamite) decide di prendere la legge nelle sue mani.
In cantina recupera da un armadio chiuso a chiave il fucile di suo padre che in una fase della sua vita aveva deciso di non uccidere più la gente (qui lo psicodramma familiare è poco chiaro, perché mai x il padre di The Rock non uccidere la gente in sto paesello del menga dovrebbe essere una scelta di vita, mica era la Beirut da bere degli anni '80), e decide di andare a fare la furia assassina al casinò, poi prima di entrare si rende però conto che accoppare la gente con il pompa nuoce alle buone cause e ripiega su di una trave di legno, entra, fa un macello e massacra tutto l'esercito privato dell'ossigenato comprendente ben 5 bouncer/spacciatori.
Segue un processo cui in confronto quello a O.J era una perla di correttezza giudiziaria, e in appendice The Rock si fa eleggere sceriffo e si piglia Johnny Knoxville (ex-drogato che vive in una roulotte, si noti bene che i due dovrebbero essere migliori amici ma l'uno non ha idea di cosa abbia fatto l'altro negli ultimi otto anni) come vice.
La ex-fidanzata ora lap dancer smette di fare la lap dance e ricomincia a fare la fidanzata, The Rock in un impeto di professionalità se la tromba in ufficio quando dovrebbe fare la guardia ad un pericoloso criminale, il tutto è tra l'altro di un romanticismo estremo visto che i due non si vedevano da otto anni e da che si sono rivisti hanno forse scambiato due frasi.
Alla trama fin'ora degna di un beat'm up della SNK dei tempi d'oro si aggiunge un finale di uguale caratura in cui i buoni vincono e tutti sono felici e contenti.
Si sarebbe potuto intitolare Hazzard meets pimp my ride in an ethnic fashion.
Il triste è che gli attori offrono una performance bene o male dignitosa, è la scrittura che fa spavento, fosse il tema di un bambino delle elementari gli daresti una pacca sulla spalla e gli diresti provaci ancora campione, fosse di
uno delle medie lo manderesti al corso pratico.
Riddick è a grandi linee l'apologia di Vin Diesel, perlomeno quanto lo era pitch black, Megan la metterebbe sul è tuto atorno a lui, e Vin ha la presenza per poter tenere in piedi un film tutto da solo, dignitoso a livello tecnico, belle le scenografie seppure un tantino chimiche (la computergraphic continua ad avere i suoi limiti).
Purtroppo debolina la mitologia, che dovrebbe fare da impalcatura alla storia, e troppe le semplificazioni, una su tutte è il fatto che Riddick riesce con un po' troppa disinvoltura ad andare e venire a piacere dal quartier generale dei cattivacci di turno, tali Necro/monger, membri di una sorta di Andersen Consulting interstellare un po' più sull'assetati di sangue, con un certo fetish per le armature (borg, borg, borg mi veniva da dire) e probabilmente esteticamente un po' più carini (ho apprezzato il bruciarsi le sopraciglie con il saldatore di Tandie Newton, e Karl Urban che in Lord of the ring era il capo dei Rohrimm riappare qui in versione 667 neighbour of the beast e si fa tutto sommato apprezzare).
Completamente inutile la vicenda psicosentimentale che dovrebbe essere una delle spine dorsali del film, la tizia è davvero un bella femmina ma verrebbe da prenderla a ceffoni tutto il tempo da tanto è rimbambita.
Riddick (e qui parlo di entrambi i film) ha a mio avviso molto lo spirito del Conan letterario, i film con schwarzy sono in questo senso meno efficaci, in cui la semplicità delle vicende contribuisce a dare forza al personaggio.
Per il film si aggira anche una vegia semi trasparente che di tanto in tanto ride da sola o ammicca se qualcuno riuscisse a spiegarmi che c'entra gliene sarei grato.
Un baracconio integrale, ma di quelli che ti lascia soddisfatto, il manipolo di powerlifter che siedeva dietro a mel al cinema pareva anche soddisfatto, e in effetti il pubblico era variopinto, c'erano i maranzoni e c'erano le fan del vin che di loro un po' maranza devono esserlo, tanti personaggini notevoli, di che entrando nella sala già capisci di non essere caduto in un tranello.
lunedì, settembre 06, 2004
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