Back Again
È ormai trascorso qualche tempo dall'ultima volta che vi ho tediato con un pezzo su qualche filmaggio che mi è capitato di vedere. Ora la mia attività di padre di Elia (che tra l'altro sta una meraviglia e cresce bello e forte che neanche a Sparta l'avrebbero sacrificato) ho deciso di tornare per raccontarvi qualcosa. Ma purtroppo le mie visite al cinema si sono rarefatte e anche la visione della televisione mi è venuta meno. tuttavia, in una desolata sera, non ho potuto fare a meno di guardare l'incresciosa fine di un mito della nostra gioventù. Ho rivisto Steven Segal in una delle peggiori cose mai realizzate per il cinema: Out for a kill. Torno a voi con qualcosa che potrei classificare come al peggio non c'è limite, e il ripiano basso dello scaffale nel mio ufficio è comunque troppo elevato per ospitare questa indecenza.
Im Beginn war das Wort und das Wort war bei Gott und Gott war das Wort
Tutti noi abbiamo visto il bel Steve fare l'Aikido contro le forze del male. In buona sostanza un'arte marziale al rallentatore che dobbiamo dire il Segal rendeva superstilosa. Di questo non è rimasto più niente. Il Segal si è convertito al Kung fu ed ha messo su qualche chiletto che neppure l'Orlando Pizzolato riuscirebbe a far dimagrire per fargli finire la maratona di New York che ormai tutti prima o poi fanno s'intende in meno di otto ore e con lo scafandro da palombaro.
Tramare nel buio
In buona sostanza il film racconta di un professore di archeologia cinese che veste come un cinese per tutto il film, quando neanche i cinesi nel film vestono come cinesi che rimane suo malgrado coinvolto in un traffico di droga ordito da un triade cinese non meglio precisata con un consiglio dei saggi e vari distaccamenti in tutto il mondo. L'invischiamento consiste nel farsi ammazzare l'assistente, la moglie e mettere in opera la vendetta perché il senso dell'onore del Segal non è in discussione nemmeno in questo filmaggio (anche se quello del pudore sì). Detto fatto si mette all'opera e scala la piramide del potere della triade girando per mezzo mondo e risolvendo rebus tatuati sulle braccia dei coparioni che man mano elimina. Alla fine arriva al supremo e lo uccide piuttosto rocambolescamente. Tutti contenti, l'onore dei Prizzi è ristabilito ed il Segal trova pure il tempo di amoreggiare con una Cinese del FBI che è stata messa lì per permetterci questo finale, e perché è propedeutica ad una scena lesbo a tre quarti del film.
Perché che ci tedi con questa recensione
Bella domanda? Benché non sia più addentro alle cose di cinema come una volta, ed avendo comunque il ripiano basso dello scaffale nel mio ufficio ben fornito pensavo di avere visto il peggio. Invece come in tutte le amare faccende dell'esistenza umana, il peggio è dietro l'angolo pronto a sorprenderti e a farti esclamare al peggio non c'è limite (beh forse in Italia un buon campionario del peggio lo stanno vedendo sui loro schermi in campagna elettorale. Qualcuno si salva: consiglio a tutti il Moretti che imita Califano in collegamento con Music Farm dalla trasmissione Radio di Fiorello: qualcosa che fa venire le lacrime dall'ilarità. Persino Califano moriva dal ridere). Devo dire che il Segal non mi dispiaceva poi troppo per esempio in Pericolo in alto mare, ma vederlo così ridotto fa proprio male. la domanda che però mi assilla di più è chi gli abbia dato i soldi per produrre queste schifezza. Altri due attori sono precipitati in basso, ma mai così e soprattutto sempre con enorme stilosità. Il Van Damme che lasciata la palestra in Belgio dove si allenava con Tom Po è caduto in basso ed ha fatto Double Trouble con Dennis Rodmann, alias The Menace, alias The Worm e che tutto sommato ha il suo fascino e pregio, ed il nostro buon Leslie Snipes che qualche buon colpo lo ha azzeccato e che nella triade di Blade schifo proprio non fa anche se onestamente i film non valgono nulla: ma lui rimane stilosissimo! Il Segal invece no! Oltre ad un filmaccio riuscito proprio male, si presenta grasso, flaccido e quasi svogliato, come se la vita gli avesse precluso ogni possibilità. Dico io non potevi fare il Califano di turno per i fatti tuoi, piuttosto che continuare? Direte voi, ma la televisione e' il mezzo più democratico che ci sia: se qualcosa non ti piace cambi canale. Vi dirò che non ci sono riuscito. Ho condiviso il dolore del Segal e non intendo del personaggio, ed ho pianto vedendolo fare il Kung Fu. Si sa chi lascia la via per quella nuova, sa ciò che lascia, ma non ciò che trova.
Commento finale
Masticare fiele è meno doloroso per gli occhi e dannoso per la salute che la visione di questo film. Lo sconsiglio caldamente a tutti. Purtroppo come si vede dalla scheda in imdb Steven Segal sarà protagonista di altra spazzatura almeno per quest'anno. Che Dio ce la mandi buona.
Valutazione
Qualcosa che non avrei mai voluto vedere: peggio di Beowulf.
Post-produzione
So che avevo minacciato di pubblicare la recensione della trilogia di Blade e forse lo farò, Ma ho visto anche la Fabbrica di cioccolato e se volete ne faccio una recensione magari comparandola con il film originale che pure ho visto più di una volta.
sabato, aprile 01, 2006
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