All'escatologico terzo episodio della saga dei Wachowski va indubbiamente riconosciuto il pregio di rispondere ai molti interrogativi che l'intempestiva conclusione di Redux aveva lasciato aperto.
Resta, quale costante di tutta la trilogia, l'inserire un intreccio di rara complessità all'interno di quelli che si possono considerare pietre miliari del cinema d'azione, che è peraltro causa dei problemi di comprensione che affliggono coloro sui quali il mind trick di obi wan avrebbe facile presa, aspetto che forse in Revolutions è ancora più spinto rispetto ai due precedenti episodi.
L'esecuzione tecnica è assolutamente impeccabile, non vi è fortunatamente l'uso sconsiderato del rotoscoping che si poteva temere, forse perchè in questo terzo capitolo il principale teatro d'azione è il mondo reale con casuali escursioni nella matrice.
Il film è in principio anche ben scritto, nel senso che riesce a portare una vicenda che sempre più somigliava ad un caotico groviglio ad una conclusione sensata e soprattutto senza ricorrere a strampalate espedienti, la vanillaskyizzazione di matrix che alcuni elementi di Reload potevano paventare non vi è stata, e questo è un bene.
Ho il vago sentore che per la sceneggiatura di questo film si sia qua è là saccheggiato dal Hyperion di Dan Simmons.
Dove il film invece pecca è nella costruzione delle emozioni dello spettatore, e in questo non ho potuto esimermi dal fare un parallelo con la trilogia di guerra stellari (quella vera che per intederci è quella dove non c'è il Justin Timberlake dello spazio, la principessa ha le tette, e al posto degli omini verdi dislessici ci sono dei peluche con problemi psicomotori): lo schema è simile, il fulcro della vicenda è l'incontro di Neo con l'architetto e lo scontro finale con l'agente Smith, tanto quanto Vader vs. Skywalker davanti all'imperatore lo era per Starwars, due però sono a mio avviso gli aspetti per i quali Revolutions non riesce pienamente laddove il ritorno dello Jedi l'aveva fatto; uno di questi è che l'agente Smith non essendo praticamente esistito nel secondo episodio non ha in realtà avuto lo spazio per riuscire davvero ad assurgere al ruolo di nemesi di Neo quanto Darth Vader lo era diventato per lo Skywalkerino, l'altro, e questo è un peccato veniale dei Wachowski, è a livello di montaggio del
film, per troppo tempo durante la battaglia su Zion ci si dimentica del odissea di Neo e Trinity, e questo ha il malaugurato effetto di far sembrare il loro viaggio verso la città delle macchine come una tranquilla escursione; alla fine del ritorno dello Jedi uno aveva l'impressione che il duello Darth - Luke, con i relativi deliri dell'imperatore fosse durato metà film, quando a sommar tutto erano forse dieci minuti scarsi.
La conseguenza è che si ha alla fine l'impressione che l'architetto sia una sorta di machina ex Deus che infine a deciso di graziare gli umani, visto che quando si arriva allo scontro finale tra Neo e Smith non è del tutto chiaro cosa sia realmente in gioco, e soprattutto come sia possibile che l'architetto non si sia accorto che Smith era in procinto di prendere il controllo su tutto.
Conclusione, davvero un bel film, che mi lascia la sensazione di aver perso parti importanti in sala di montaggio, se il regista fosse Peter Jackson non mi preoccuperei perchè fra sei mesi farebbe uscire una versione speciale con un ora di film in più, qui non so se la cosa sarà possibile.
martedì, maggio 11, 2004
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