mercoledì, agosto 04, 2004

I, Robot

I, Robot non centra niente con I, Robot, il che non è necessariamente male perché I, Robot era una palla micidiale, a pensarci bene Asimov è di per sé spesso e volentieri mortalmente noioso, e affermo questo dopo essermi sorbito la sua opera completa, I, Robot era una raccolta di raccontini che parlava dei problemi psicologici dei robot confrontati a situazione che di solito vertevano su aspetti cavillosi delle tre leggi della robotica.

C'è tutto un ciclo di romanzi dedicati ai robot che invero sono forse la parte più divertente della monumentale opera che va (a volte con soluzioni di continuità un po' tirate per i capelli, diciamolo) da abissi d'acciaio (vero e proprio cyberpunk ante litteram) a fondazione e terra (con l'aggiunta dei vari preludi e anno zero visto che il finale new age di fondazione e terra non lasciava spazio ad ulteriori sviluppi), ad un tratto Asimov si sbarazza dei robot e rompe le palle all'inverosimile con le fondazioni, ma questa è un'altra vicenda.

Due sono essenzialmente le intuizioni/idee/fili conduttori di Asimov in questa sua fantastoriografia della galassia, le tre leggi del cervello positronico, e l'ineluttabile decadenza delle società che hanno risolto tutti i problemi pratici (decadenza "morale" per gli spaziali e dei loro utopici pianeti del ciclo dei robot, decadenza tecnologica per gli uomini del ciclo dell'impero, quest'ultima dovuta ad una tecnica troppo perfezionata che ha fatto in modo si costruissero macchinari capaci di funzionare senza intoppi per millenni e quando infine gli intoppi sono giunti nessuno era più in grado di ripararli), I, Robot parla delle leggi della robotica, o meglio I, Robot raccolta di racconti, perché I, Robot film non ne parla affatto.

Uno dei fondamenti di tutti i racconti di robot di Asimov è l'infallibilità del cervello positronico, ci vogliono svariate migliaia di pagine prima che in un robot, il cui cervello è stato modificato da una bambina che aveva avuto una trance ed è diventato telepatico, si sviluppi la legge zero che porta un robot innanzitutto a cercare di preservare l'umanità, e solo due robot, uno dei quali viene distrutto, avranno mai questa legge, in tutti gli altri casi i robot si attengono sempre, e ripeto sempre, alle leggi quasi fossero degli svizzeri tedeschi.

Il film somiglia a paycheck e minority report nel look, a tratti purtroppo anche ad artificial intelligence, a Terminator nei contenuti, somiglia in parte pure al ritorno degli umanoidi di WIlliamson (se qualcuno dovesse mai averlo letto), è facile, troppo facile, non c'è dramma, l'estetica è tutta nell'azione, la trama sembra presa da un nathan never di quelli riusciti
solo in parte; ciò nonostante non ne sono uscito insoddisfatto, i racconti di I, Robot non sono cinamatografabili, Asimov non lo è (fatta eccezione forse per i racconti per bambini di Lucky Starr che mi pare fossero stati pensati come sceneggiature per una serie di telefilm, e non dimentichiamo Viaggio Allucinante) quindi era ovvio aspettarsi una reinterpretazione, qui è stato stravolto tutto, il film in fondo sta ad Asimov come troy stava ad Omero, eppure non sento di gridare al sacrilegio, il film ha in fondo preso in prestito solo il titolo, l'idiota che ha scritto la sceneggiatura ci ha costruito sopra una trama più o meno casuale ma il propizio intervento di Willy, la scienziata bonazza e i ragazzi degli effetti speciali l'hanno reso uno spettacolo sostanzialmente digeribile.

E qui faccio un appello, se non avete letto Asimov fatelo così non dovrete mai più farlo, una sorta di catarsi letteraria per poter davvero apprezzare la fantascienza; tutti gli altri da Heinlein, a Dick, a Vance, a Herbert, a Gibson non avrebbero senso senza di lui.

Fuori dal ciclopico schema robot->impero->fondazione Asimov si è permesso di usare un po' di più la fantasia e ne sono usciti dei romanzi mica male, tra quelli di cui mi sovvengo ci sono Nemesis, La fine dell'eternità (a mio avviso una delle
cose migliori che abbia fatto), Neanche gli dei, e viaggio allucinante (c'è l'originale, molto datato ormai e una sorta di ripresa del tema che sa molto di epoca perestroika di cui non ricordo il titolo).

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