Se qualcuno ricorda il finale di TB Identity, si aveva il Matt che raggiungeva la Franka, la quale, pensando che l'uomo della sua vita si fosse fatto accoppare nel pirotecnico finale del film, da buona tedesca era andata a ritrovare se stessa a Maiorca, dove aveva aperto un affitta scooter; il pacchiano finale del film voleva i nostri due limonanti tra i motorini con il vento tra i capelli e il sole che si abbassava sul mare.
TB Supremacy comincia con i nostri due che nel frattempo hanno cambiato continente e vivono da turisti un po' alterni a Goa, India, il bel Matt continua ad avere gli incubi in cui riaffiorano piccoli frammenti della memoria cancellata dall'amnesia, ma la vita da milionario perennemente in vacanza sembra permettergli di condurre un'esistenza tutt'altro che tragica, insomma l'introspezione da club med aiuta a far mandar giù le cose.
A rompere l'idillio arriva, inviato dal cugino malvagio di Abramovich, quello che in Lord of the Ring faceva il biondo capo dei rohrimm, qui in versione ceceno prole di peripatetica, il quale però si fa sgamare dai poteri paranormali di Matt Damon il quale, grazie a qualche potere jedi che il capace sceneggiatore ha deciso di non approfondire, si accorge della oscura e minacciosa presenza e decide di darsi alla fuga; dopo un ben realizzato ma ciò non di meno triviale inseguimento per le vie della città (aspettavo l'elefante, datemi l'elefante, dov'è l'elefante... acc niente elefante, crollo repentino dell'indice di trivialità) si consuma il dramma e Franka Potente passa a miglior vita, dramma in realtà necessario quanto liberatorio, avantutto perché la storia ha da andare avanti, secondariamente perché si sa che la Frau Potente nel blockbuster c'è per finir male (vedi Blow) ed infine perché insomma la statura da superstar non è che ce l'abbia proprio tutta.
Fuori Franke e dentro Julia (Stiles), un po' più infaccionita del solito, non porta assolutamente nulla alla vicenda, se proprio si doveva mettere qualcuna a fare la bella statuina si sarebbe potuto scegliere meglio, meglio che se ne torni a fare i film dove si balla; dalla sua ha che non infescia troppo a lungo.
Il film prosegue con un intricatissimo intrigo cui si può benissimo non prestare alcuna attenzione, visto che anche senza comprensione alcuna della vicenda si intuisce sempre chi è bravo, chi è cattivo, chi muore e quando... il buon vecchio Matt si dimostra ottimo attore e in sostanza tiene in piedi il film, lo sceneggiatore lo bisognerebbe utilizzare come esca per la pesca allo squalo bianco, visto che il libro da cui il film è tratto è a quanto ricordo ben scritto (è passato tanto tempo non ricordo
bene) mentre la trama del film sfocia spesso e volentieri nel ridicolo, indicibilmente ridicolo il teatrino che viene fatto attorno ai riaffioranti ricordi del Matt. Ricorrente è l'inettitudine della cia e delle polizie di vari paesi europei, fortunatamente di tanto in tanto qualcuno ha un'estemporanea intuizione al limite del metafisico che permette alla storia di andare avanti.
Succintamente: c'è di peggio ma saper trovar di meglio non è certo una gran arte.
giovedì, ottobre 28, 2004
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