Fresco di visione di Alexander non riesco dall'esimermi dal condividere le mie impressioni.
Sarebbe disonesto non dire di aver apprezzato il film, sicuramente di un grandissimo impatto visivo, bellissima la fotografia, se Oliver e soci avevano avuto lo scopo di umiliare Troy allora la missione è sicuramente compiuta, resto comunque con il vago sospetto che in fondo per� il film volesse essere anche altro, ovvero volesse essere la storia di uno dei dieci uomini più importanti di da che il mondo è mondo, in questo caso si può discutere a lungo, o forse non ce niente da discutere il film non racconta affatto di Alessandro il Grande.
Questo è quanto ho visto: un film che narra del giovane Alessandro, un ragazzo nato in Macedonia, non quella con Skopje e gli albanesi ma quella in Grecia, che ha tra le altro cosa la bizzarra caratteristica di essere avere i capelli color biondo con la ricrescita.
I genitori di Alessandro non vanno tanto d'accordo, papà Val è un avvinazzato molto manesco la cui principale attività è andarsene in giro barcollante a causare risse, mamma Angiolina è invece una collagenata ante litteram molto sullo stile pornostaresco e che passa il tempo a gingillarsi con serpenti di varie taglie, a ordire trame e a non darla a papa Val perché questi in una delle sue scazzottate ha perso un occhio ed è rimasto orribilmente deturpato e se vecc ma aitante si pu� ancora accettare, orribilmente deforme proprio non piace e quindi si inventa delle perenni emicranie per sottrarsi ai doveri coniugali.
Alessandro ha un migliore amico, con un nome del tipo Eucaliptos o Ephasistos o Evaristos; anche Eucaliptos è biondo e insieme sembrano un team di bambini ariani delle pubblicità della Kinder, entrambi vanno a scuola da Aristotele che era già famoso all'epoca e che è un super vecc e un giorno che un allievo gli chiede come si fanno i bambini e lui si ritrova in evidente imbarazzo non sa che inventarsi e allora racconta che le donne sono un po' una gabola ma che volersi bene tra maschi è una gran bella cosa, pensando che tanto questi sono bimbi e che ora dei dodici anni gli strali ormonali li renderà comunque tutti degli assatanati; Alessandro ed il suo amichetto vengono comunque ispirati dal loro anziano maestro e cominciano a giocare al dottore l'uno con l'altro e a scambiarsi tenerezze.
Il padre Val (che nel film si chiama Filippo) molto frustrato dall'atteggiamento poco concigliante di sua moglie decide di sposarsi una seconda volta (all'epoca si poteva) e si accatta una specie di insipida giovincella che in confronto il Clinton con la Lewinski aveva fatto un affarone, l'Angiolina (Olimpia) decide di ordire delle trame e fa ammazzare il marito, poi comincia a rompere le palle all'inverosimile ad Alessandro, la cui chioma col crescere diventa vieppiù ridicola, affinché questi si decida a sposarsi; Alessandro, che ne ha per le palle di dare a trà a sua madre e vuole solo scambiarsi le tenerezze con Eucaliptos in santa pace, raccoglie un manipolo di ardimentosi compari e decide di partire per la guerra, vince una battaglia un po' per fortuna un po' per inettitudine del supremo degli avversari, Raz Degan che qui assume il nomignolo Dario re di Persia che via che gesticolare per dare il là ai suoi non sembra fare, conquista Babilonia e si galvanizza.
I compari di Alessandro si dividono in due categorie, alcuni con dei capelli bellissimi e la pelle liscissima (salvo delle ciccatrici messe ad arte che fanno un po' più enfant terrible) e sembrano i ragazzi della compagnia delle indie, altri sono bruttini e servono per fare i traditori o per morire di tanto in tanto quando bisogna fare vedere che la situazione è seria o quando Alessandro, che nel frattempo è diventato nevrastenico, ha le crisi di ira.
Stufo di stare a Babilonia Alessandro, che avrebbe potuto sposare la sorella di Dario ma visto che questa guardava fuori anche peggio della seconda moglie di suo padre se ne guarda bene dal farlo, decide di partire per un gay pride tour sponsorizzato dal National Geografic in giro per l'Asia, tirandosi dietro tutta la compagnia delle indie, e giusto per non sbagliare qualche centinaio di migliaia di soldati.
Nel suo girovagare per le montagne del pamir si invaghisce di una turkmena siliconata (che a dire il vero sembra più roba da video r&b che altro) e se la sposa, lei ha un po' un caratteraccio e si pizza di mina ogni volta che lui si diverte con qualche fanciullo, cioè praticamente sempre.
Il girovagare per i monti in una terra di nessuno comincia a venire a noia ai compagni d'avventura di Alessandro, soprattutto a quelli col look meno takethattesco, ma lui non se ne cura più di tanto e meditabondo se ne va in giro a cavallo sulle creste delle montagne che sembra Raul su Re Nero. Il suo esercito si trasforma in una sorta di serraglio mentre il nostro di tanto in tanto parte per la tangente con discorsi sulla condizione umana, la libertà e la gloria che in confronto il colonnello Kurz sembrava lucido e illuminato
Andando in giro praticamente a caso finisce in India dove viene coinvolto in un'improbabile battaglia contro degli elefanti, completamente preso dal personaggio che si è inventato si lancia in una carica a cavallo contro un pachiderma, visto che i suoi compagni non sono andati a male quanto lui ben si guardano dal seguirlo e lui si becca una randellata come non se n'erano mai viste e viene ferito malamente.
Decide di tornarsene a casa, per la gioia di tutti quanti che del tour per il mondo si eranto stufati da un pezzo ma ancora si dividevano tra quelli che si lamentavano in modo aperto e quelli che non osavano dirgli niente cara che ci rimanesse male.
Se ne torna a Babilonia con la coda tra le gambe di tanto in tanto medita di riprovare a conquistare il mondo e diventa una sorta di visionario di una globalizzazione dal volto umano, ma in realtà via che a gare a chi beve di più non si dedica.
Qualcuno, non potendone più di avere in giro un visionario alcolista, e prima gli avvelena l'amichetto Eucaliptos e poi avvelena pure Alessandro.
Dell'epica del personaggio neanche l'ombra, e non solo, il tizio pare un po' perso e che agisca non con uno scopo ma in modo più o meno casuale, non ha visione insomma, e di carisma proprio pochino pochino; inoltre non traspare minimamente né l'importanza delle vittorie di Alessandro né la vastita del suo impero .
Che risultano dapprima ridicoli e dopo un paio di ore di film finanche un po' nauseabondi sono gli assurdi dialoghi sulla libertà quando Alessandro guarda il suo amico del cuore diretto negli occhioni da hobbit di quest'ultimo, ti verrebbe da dirgli di limonare düro e piantarla là di dire cazzate.
Divertente insomma, ma quell'Oliver Stone che riusciva a far sembrare anche Charlie Sheen un attore (e non la scimmia con paresi facciale quale è in realtà) dove è andato a finire?
martedì, gennaio 25, 2005
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