
Tra l'altro non ha la patente e va a lavorare in bici, il che in una città infestata dai Naturfreunde come Zurigo non farebbe batter ciglio a nessuno, ma negli Stati Uniti del Giorgio Dabiu Cespuglio è cosa che neanche il peggio pariah.
Un giorno qualunque alcuni colleghi che solitamente diffidano di lui perché immaginano possa essere un serial killer, lo invitano a giocare a poker, e ridendo e scherzando vengono a conoscenza della sua illibatezza. Anche se prima di allora non gli avevano mai dato a trà per più di quattro secondi di fila questa rivelazione lo rende subito interessante e Andy entra in una fase simile a quella che vive un cagnetto appena viene portato in una nuova casa in cui tutti fanno a gara per occuparsene (fortunatamente per Andy l'epilogo non sarà venir abbandonato all'autogrill perché non lo si vuole portare in vacanza con sé), e la prima cosa per cui si adoperano è far sì che tutti al mega mall lo vengano a sapere.

Andy è dapprima seccato che la sua personale vicenda sia oggetto di vociare, scherno pubblico e di morbose attenzioni femminili, che non poco somigliano al voler toccare la gobba al gobbo perché porta fortuna. Poi però, di fronte al sincero interessamento nei suoi confronti da parte dei suoi colleghi, si lancia con loro in una sorta di vita da adolescente alcolista con potere d'acquisto.
Il redivivo Andy incontra una pletora di donne dalle evidenti turbe psichiche (in genere ninfomani o alcoliste o entrambe le cose) che nel magico mondo della suburbia escogitata ad hollywood guardan fuori tutte che al confronto le top model son qua cozze bene. Sceneggiatura vuol tuttavia che da questi incontri non scaturisca nulla di buono.

Casualmente il nostro incappa in Trish (Catherine Keener, già vista in Being John Malkovich), potenziale archetipo del white trash, che una volta la dava via come il pane ma oggi giorno vuole l'approccio sensibil/casto/buonista. Andy che ha l'ansia da prestazione si dice d'accordo con l'approccio alla prima conosciamoci meglio, e i due si lanciano in una noiosissima relazione di andare a mangiare in ristoranti di categoria medio-bassa (stanno in una scialba periferia e sono proletari dopo tutto) e limonare duro sul divano della casa di lei quando i di lei figli stanno per rientrare in casa.
Un dettaglio curioso è che l'attività di lei è avere un negozio in cui la gente porta le cose e queste possono essere acquistate su ebay ma non nel negozio stesso, non sono ancora stato in grado di stabilire se questa sia una trovata muffosamente stantia o un assoluto colpo di genio, urgerà meditare ancora.
Il prosequo una serie di vicende biecamente scontate, poi vissero tutti felici e contenti, che caschi il mondo il II di questo film non lo fanno.
In realtà il film è meno peggio di come, a rileggere le righe sopra, mi pare di averlo dipinto finora. Alla banale vicenda, che viene costellata da vomitosamente banali situazione, una sorta di collezione di cliché di cliché, s'accompagnano dialoghi ad ogni buon conto abbastanza brillanti e un cast che interpreta gli stereotipati personaggi in modo piuttosto simpatico. Alla fin della fiera qualche sincera risata questo film la strappa.
In breve un film di spassosa inutilità.
Valutazione: ***
Ad oggi si dibatte se Plan nine from outer space sia un'assoluta vergogna partorita da un poro bao senza mezzi e con un decadente pazzoide che credeva di essere un vampiro nel cast, oppure l'opera sumprea di una mente troppo geniale perché i suoi contemporanei la capissero.
Dubito che a The 40 years old virgin possa capitare una cosa analoga frà una quarantina d'anni, ma magari a linea di confine sì (non c'entra nulla ma mi andava di dirlo).
Nessun commento:
Posta un commento