La pellicola in questione, singolare produzione francese a mezzavia tra il documentario e il film, racconta di un cacciatore di pellicce delle foreste dello Yukon, territorio all'estremo nord del Canada, e della sua vita che si svolge secondo modi e ritmi dai sapori da corsa all'oro nel Klondike.
Una fotografia superba e un montaggio intelligente regalano una efficace rappresentazione dei mozzafiato paesaggi del grande nord, teatro della quotidianità del nostro (il film è tanto underground che nemmeno imdb lo conosce, e vista la non esattamente abbondante quantità di dialoghi durante il film non mi è stato dato di far mio il nome del protagonista) e della sua compagna dalle evidenti origini indiane.
Una particolare attenzione cinematografica viene data alla fauna locale, mi permetto di dire con risultati eccellenti, raramente mi è capitato di vedere immagini di animali di tale bellezza ed intensità.
Una festa per gli occhi che non può evitare di far nascere in chi guarda quel nostalgicheggiante istinto al richiamo della natura mai del tutto sopito dentro di noi, tutto bene e tutto bello insomma... se andando a vedere questo film non mi fossi dimenticato di spegnere il cervello prima di entrare in sala.
Che film non sia davvero un documentario è cosa di cui ci si rende conto solo poco a poco, allorqundo si intuisce che vi sono delle pretese narrative che malaugaratamente sfociano in una sorta di imbastitura di intreccio la cui goffaggine e pochezza hanno a dir poco del raccapricciante.
Probabilmente per diminuire la sensazione che si tratti di un documentario è stato scelto sia di non mettere alcuna voce narrante, sia di non far parlare i protagonisti direttamente alla cinepresa, e come espediente par far capire al pubblico quel che stà accadendo sono stati inseriti dei dialoghi tra i differenti personaggi che finiscono con lo sfociare nel completamente ridicolo (se uno parte per l'attraversata in slitta del Canada probabilemente alla moglie non glielo dice tre minuti prima di partire).
Forse ancora più rivoltanti, ma questo è uno scontro fra titani, sono gli occasionali primissimi piani in cui il trapper, in una festa di spalancate di occhi e aggrottamenti di sopraciglia, esprime le intense emozioni che prova di fronte agli imprevisti del vivere nell'estremo nord; in cose simili solitamente si incappa solo quando lo zapping fa malauguratamente incappare in qualche telenovela venezuelana o in qualche film Hongkonghese davvero di bassa lega dei primi anni '60.
Per ragioni di copione, ovvero nel tentativo dai dubbi esiti di far provare allo spettatore qualche emozione, al nostro buon vecchio cacciatore dalla trentennale esperienza di vita nelle foreste vengono fatte fare le più insulse delle cretinate, tanto che si ha quasi l'impressione che il tizio sia un miracolato ad essere sopravvissuto tanto a lungo visto e considerato che a scadenze praticamente quotidiane riesce a rischiare la vita andando a sbattere contro un orso, finendo nell'acqua gelida quando il ghiaccio gli si spezza sotto la slitta (cosa che accade con una certa sistematicità), cascando in un precipizio o ancora di venire travolto assieme ai suoi cavalli allorquando decide di attraversare un torrente in piena in mezzo a delle rapide.
Una piccola delizia è rappresentata dagli escursi filosofici in cui gli abitanti delle foreste canadesi si lasciano andare con una certa regolarità, da una parte il profondo disprezzo per l'avidità delle multinazionali che vengono lassù per portargli via gli alberi, dall'altra la profonda preoccupazione per il disastro ecologico che succederà quando non ci saranno più cacciatori in circolazione a mantenere l'equilibrio tra le differenti specie animali (oltre ad una estemporanea lamentela nei confronti del governo ladro che limita l'uso delle tagliole). Si noti che la storia di questo tizio che di mestiere cattura linci ed ermellini per farne guanti e manicotti è sponsorizzata dal WWF.
Da dimenticare per (i pochi) sfortunati che l'anno visto, da evitare per tutti gli altri, cosa peraltro facilitata dal fatto che a meno di non andarselo a cercare col lanternino in questo film non si incappa.
Rapido addendum: lo scellerato che mi trascinò a vedere quest'immonda creazione mi ha comunicato che il film in realtà è presente in IMDB con il titolo francese "le dernier trappeur".
sabato, febbraio 19, 2005
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento