
Torno a tediarvi con una piccola recensione di un film ormai passato in DVD, non nuovo (è del 2003), di cui pochi hanno memoria (di sicuro il mio ospite, l'Imperatore) e che mi permette di gettare fango sullo stato del cinema contemporaneo nel Bel Paese (mi pare giusto in questo Blog).
Ordire una tramaDal mondo dei fumetti, l'introverso re dell'auto-sciovinismo francese (Michel Vaillant) corre per salvare la vita del padre nella 24h di Le Mans edizione 2002 e ci riesce! La trama è questa e non c'è nulla più che valga la pena di aggiungere.
Se vogliamo dirla con Axel Roses...
It's a story of a man, who try to work hard on his own... come tante ce ne sono.
A differenza di molti francesi e ciò non è poco, il Vaillant risulta pure simpatico, senza scalfire la simpatia suscitata da
Gérard De Pardieux che parla male di se stesso, dei francesi, del cinema francese e del cinema tout court (uno humor molto inglese, cosa che per un Francese non è poco).
Every rose has its thorn... till you drop da bomb!Dirò subito che questo film non è un capolavoro, ma non merita nemmeno l'ultimo ripiano dello scaffale d'angolo dove tengo il Beowulf (che a forza ho voluto comperare, anche se l'Imperatore me ne parlò male), Battlefield Earth ed altre cose di cui se troverò il coraggio farò outing. Preciso che si tratta di un ennesimo film bastardo di
Luc Bessson, che non si è occupato della regia, ma sicuramente qualcosa ha scritto e qualche doblone ha speso.
Vi chiedo perché il Besson, che ha giurato di fermarsi a dieci film come regista (ma che a ben vedere ha le mani in pasta in almeno un altro centinaio) s'è impeganto come scenaggiatore in questa produzione minore alla
Taxi? Di primo acchito potrei rispondervi come fece
Caz de Kan (il fidanzato di
Paola Banale) alla domanda sul perché bevesse Jägermeister ("
Io non so perché bevo Jägermeister!"), ma impegnandosi più a fondo (mai accettare la prima offerta) la vera ragione emerge lampante: uno beve
l'idraulico liquido e dice che è buono, perché gli hanno regalato un sogno (la notorietà) e dato tanti dobloni che nemmeno Gennaro D'Auria e Cicciput sanno come. Scusate la distrazione, per tornare a noi, la disarmante risposta è che questo film permette di fare cassa, modesta, ma sempre cassa ed inoltre ha il pregio di dare una possibilità ad alcuni figli di un Dio minore di sedere al desco dei grandi almeno per una volta. È lasciatemi dire che è sicuramente una pratica più degna dell'andar ospite da
Maurizio Costanzo o sull'Isola dei Famosi. Più succintamente il cinema francese
può permettersi degli essais di grande tecnica (alla "volevamo vedere se potevano girare delle scene mozzafiato alla 24h di Le Mans e l'abbiamo fatto!"), anche se la trama è ben lungi dal frangigonadismo dei film finto-intellettuali.
Au contrair du cinéma, il cinema italiano queste produzioni non se le sogna nemmeno.
Tutti a dire che i cinema italiani sono affollati da produzioni di poco valore (perché i Vanzina che fanno) provenienti dall'estero, con pochi contenuti e molti effetti speciali. Nell'italico cinema, non ci sono i soldi ed i mezzi (e forse neanche le persone) in grado di usare al meglio le tecniche del cinema contemporaneo: un film non è solo il diaporama alla
Nanni Moretti o non è solo
Stefano Accorsi che rifà se stesso all'infinito nel mezzo di un'ennesima crisi di mezz'età e a cui francamente invidio solo di non aver ceduto al lato oscuro della forza dopo aver pomiciato con
Martina Stella ed essere quindi finito in casa di un travestito a tirar bamba.
Il cinema è anche tecnica, potenza dell'immagine, suono, musica, colore! Insomma se la gente va al cinema al posto di starsene a casina a godersi un DVD, qualche differenza ci dovrà pur essere.
A gettar ulteriore benzina sul fuoco, ricordo che l'Italia ha inviato agli Oscar, come candidato per il premio di miglior film straniero, un film girato in molte lingue tranne che in Italiano: per certo un bel film, ma gli americani che sono tutto ed il contrario di tutto, ma che certamente mostrano un po' più di pragmatismo di noi abitanti della vecchia Europa, non ci sono cascati e l'hanno rigettato. Non hanno forse capito che l'effetto speciale era proprio girare un film italiano non in lingua italiana?
Ecco il Vaillant è l'archetipo di questi film di mezzo che in Italia non verranno mai realizzati: trama semplice, scene d'azione guardabili e fotografia da paura.
Summa summarumMi fermo qui e vi consiglio il Vaillant per le serate in cui non avete voglia di pensare troppo e volete vedere delle discrete scene d'azione e sentire il rombo dei motori. Se avete visto
Driven, mi dispiace per voi, e consolatevi con il Vaillant.
Su scala imperiale: ***!
PostproduzioneVi dico anche:
- Bella fotografia anche se i blu ed i rossi sono un po' troppo saturi
- Alcune scene girate nel garage, nei box e nella galleria del vento ricordano condizioni di luce soffusa e polverosa, che hanno fatto impazzire il buon Ridley Scott al tempo di Blade Runner e che ancora oggi sono difficili da girare
- Il mio Tag McLare ha sofferto alcuni passaggi forse dovuti alla saturazione eccessiva dei colori e forse ad un trasferimento non proprio di altissima qualità (doppi contorni)
- A volte il voto su imdb è troppo crudele: qualcuno è riuscito a dare a Driven 4,4 (è pure vero che Verona Feldbusch porti almeno 4 punti alla causa) ed al Vaillant solo 4,9. A mio avviso bisogna almeno aggiungere un punto al Vaillant
- Vi ho volutamente messo un sacco di hyperlink, affinché possiate andare a spulciare un po' nelle vite di alcuni personaggi. Guardate per esempio cosa ha scritto Maurizio Costanzo
- Mi rendo conto di aver un po' esagerato, ma il Blog dell'Imperatore è anche un luogo in cui l'Ego possa emergere in tutta la sua prepotenza ed arroganza!
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